INTERNATIONAL MEDIA MIXER

In collaborazione con Chicago Film Archive

Il progetto International Media Mixer, promosso dal Chicago Film Archives e realizzato in collaborazione con Laboratorio 80 – Archivio Cinescatti di Bergamo, è una delle quindici partnership artistiche internazionali supportate dal fondo International Connections della MacArthur Foundation (Chicago, IL). Un progetto di scambio interculturale che ha visto mettere assieme un gruppo di filmmaker e musicisti italiani e americani per mettere in moto un processo di creazione di nuove opere artistiche ibride e porre una nuova luce sulle pratiche internazionali di conservazione e rielaborazione artistica di materiali d’archivio di diversa natura: documentari, film di famiglia, film d’artista e sperimentali.

Michelle Puetz, curatrice della programmazione del Chicago Film Archives, e Karianne Fiorini, curatrice e ricercatrice indipendente (Bologna, Italia), hanno coinvolto otto filmmaker e musicisti italiani e americani, per collaborare alla realizzazione di nuove produzioni audiovisive a partire da una selezione di materiali d’archivio degli archivi partner del progetto. Gli artisti italiani hanno lavorato alla selezione e alla rielaborazione artistica delle immagini provenienti dal Chicago Film Archives, la cui colonna sonora è stata realizzata da musicisti italiani, e viceversa, i filmmaker di Chicago hanno rielaborato immagini conservate da Laboratorio 80 – Archivio Cinescatti la cui colonna sonora è stata realizzata da musicisti americani.

Gli artisti selezionati per il progetto sono:

1. Giuseppe Boccassini (Italia), filmmaker | Alex Inglizian (USA), musicista

    Temple of Truth, Italia, 2018, 15’, col.

2. Lori Felker (USA), filmmaker | Patrizia Oliva (Italia), musicista

    Memoria Data, USA, 2018, 12’, col.

3. Federico Francioni e Yan Cheng (Italia), filmmaker | Tomeka Reid (USA), musicista

    Octavia, Italia, 2018, 14’, col.

4. Domietta Torlasco (USA), filmmaker | Stefano “Urkuma” De Santis (Italia), musicista

    Parallax Dash, USA, 2018, 8’, col.

TEMPLE OF TRUTH di Giuseppe Boccassini, Italia, 2018, 15’, col.

«Temple of Truth è un archivio che ambula costantemente tra grovigli di mondi in decadimento attraversati come tracce pietrificate, deprivate, residuali, conservando nel proprio superarsi uno stato magmatico, un non-spazio specifico, ancestrale, a tratti biancastro. Vigoria di corpi animali e umani semivivi che prendono fuoco in tauromachia latente e nel farsi persōnae abitano sarcofagi sgretolatisi in terra solida come correnti d’acqua che in tronco sommergono nuvole, oscillando sull’orlo di sguardi notturni in caduta libera tra pose esotiche e visioni aeree»

(Giuseppe Boccassini)

Giuseppe Boccassini dopo la laurea al DAMS di Bologna si è specializzato in regia presso Cinecittà a Roma, il suo corpo filmico, esibito in numerose mostre internazionali, come il Torino Film Festival, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, il Museo Storico del Trentino, il FID Marsiglia, il Crossroads a San Francisco e il Festcurtas Belo Orizonte in Brasile e distribuito da Light Cone Parigi, è basato essenzialmente su una personale riconfigurazione dell’archivio, visto come necessità da superare. Montatore filmico per Aldo Tambellini (Black Matters, ZKM, Karlsruhe, Germania), è inoltre curatore e programmatore di Fracto, incontro annuale sul film d’arte e di avanguardia a Berlino presso Acud Macht Neu.

§Alex Inglizian è un artista, compositore, musicista, ingegnere del suono e insegnante di Chicago. Il suo lavoro esplora i confini del rumore, dell’armonia, del silenzio, dello spazio, della performance e dell’improvvisazione. Diplomato alla School of the Art Institute di Chicago è ora il co-direttore e ingegnere capo di registrazione dell’Experimental Sound Studio, un’organizzazione non-profit di arte sonora riconosciuta a livello internazionale; è anche professore di suono nei corsi di cinema e tecnologia musicale alla Northwestern University. Profondamente influenzato dalla ricca storia della musica elettronica sperimentale e dal free jazz, Inglizian suona frequentemente nella vibrante scena musicale sperimentale di Chicago e collabora regolarmente con filmmaker locali.

MEMORIA DATA di Lori Felker, USA, 2018, 12’, col.

«Memoria Data riunisce i momenti di connessione da diversi e distanti archivi di film di famiglia. Sguardi familiari che si mettono in relazione con l’obiettivo della camera, gesti rivolti al cineamatore e bocche che pronunciano parole senza suono. Queste immagini ci ricordano del perché conserviamo i ricordi, di coloro ai quali abbiamo rivolto lo sguardo, ed esattamente come ci sentivamo quando la nostra cinepresa stava riprendendo».

(Lori Felker)

Lori Felker è una filmmaker/artista, insegnante, curatrice di programmi e performer. I suoi film e i suoi video tentano di studiare le ineloquenti, oppositive, visionarie, frustranti e caotiche interazioni umane. Lori lavora con diversi supporti e stili, e il suo lavoro è stato presentato in diversi festival e contesti artistici internazionali. Vive a Chicago, ama collaborare; attualmente insegna alla University of Wisconsin Milwaukee.

§Patrizia Oliva è una cantante, autrice, improvvisatrice di musica di ricerca che attraversa l’elettronica, l’elettroacustica, il free jazz e le performing arts. La sua ricerca è volta a una ridefinizione della cantante solista contemporanea.

«Memoria Data mi ha permesso di creare attraverso le immagini, vecchi ricordi che mi hanno riportato nella mia amata infanzia. Da questo lavoro, l’osservatore ha l’opportunità di ritornare nel profondo del proprio passato dell’ultimo straordinario secolo».

(Patrizia Oliva)

OCTAVIA di Federico Francioni e Yan Cheng, Italia, 2018, 14’, col.

Filmografia | Federico Francioni, Yan Cheng

Un mappamondo si scompone nelle mani di bambini, alla loro prima esplorazione. Addentrandosi nella foresta, le immagini ci vengono incontro; poi un temporale coglie alla sprovvista i bagnanti. In cielo si avvertono i segni di una guerra che si pensava lontana; una donna aspetta un ritorno, ma tutto sta cambiando. Octavia è la città sospesa sul vuoto.

«Babele cresce in verticale e in orizzontale, tra passato e futuro; come un archivio di immagini. Guardando il materiale, il film si è composto lentamente a partire da situazioni e sensazioni che, in qualche modo, sembravano collegate tra loro: la narrazione è nata liberamente, seguendo un percorso di senso. C’è un passato mitico, il mondo della natura, e poi l’esplorazione dello spazio, la perdita dell’innocenza, la guerra e l’attesa. Una città che cambia e si trasforma di continuo, mentre le immagini dei viaggi restano sovraimpresse ma non si possono trattenere. Molte delle sequenze che abbiamo incontrato provengono da film istituzionali, a volte da pubblicità; altre immagini sono più intime. Abbiamo cercato di isolarle per metterle in relazione. L’idea di una città sospesa che si può guardare solo dall’alto, dalle nuvole, era già presente da subito nel materiale, e ci è sembrato quasi che potesse essere una delle tante città invisibili raccontate da Calvino. Alla fine, quando ci siamo imbattuti nella sua voce, abbiamo scoperto che si trattava forse di Octavia».

(Federico Francioni, Yan Cheng)

Federico Francioni (1988) si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia dopo una laurea in storia del cinema con una tesi su Otar Iosseliani. Insieme al suo collega cinese Yan Cheng realizza i documentari Tomba del tuffatore (2016), menzione Speciale ArtDoc al Festival di Bellaria, e The First Shot (2017), miglior film alla 53° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Prosegue la sua formazione presso gli Ateliers Varan a Parigi e inizia la preparazione di un nuovo lavoro documentario in Francia. Per la casa editrice Artdigiland ha curato una monografia sull’opera del regista francese Eugène Green, Il mondo vivente.

Yan Cheng è regista e sceneggiatore. Dopo aver studiato storia e antropologia negli Stati Uniti ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. È autore di cortometraggi realizzati tra Cina, Stati Uniti ed Europa. Concentra la sua ricerca nel cinema, nella fotografia e nell’arte contemporanea. Con Federico Francioni è autore dei documentari Tomba del tuffatore (2016) e The First Shot (2017). Attualmente vive a Pechino e lavora come freelance nel campo del documentario.

§Tomeka Reid è stata recentemente definita dal «New York Times» una «new jazz power source». Violoncellista e compositrice, Tomeka Reid è una delle più originali, versatili e curiose musiciste della movimentata comunità di musica jazz e improvvisata di Chicago dell’ultimo decennio. La sua peculiare sensibilità melodica, solitamente intrecciata a un forte senso del ritmo, si è espressa nel corso degli anni in molteplici e distinti gruppi musicali.

PARALLAX DASH di Domietta Torlasco, USA, 2018, 8’, col.

«Erba, pietre, acqua, acciaio: il corpo ricorda il tempo delle cose in questo breve film sulla montagna e il camminare quasi ossessivo di chi ci vive. Memoria geologica e politica, senza centro e senza fine, che ritorna nei filmati di famiglia qui assemblati seguendo una logica di spostamenti, dispersioni, discordanze tra suono e immagine. Lo schermo si divide in due, come nei vecchi apparecchi stereoscopici, ma le immagini non si sovrappongono per creare una visione unica. Invece, si incontrano nella distanza che le separa, così come accade per le persone che vi sono ritratte: un gruppo di donne in una fabbrica occupata, una donna in abito elegante che si specchia, una neonata che scalcia, bambine che posano per la prima comunione. Il ritmo è quello discontinuo di una memoria che mette in contatto realtà e immaginazione».

(Domietta Torlasco)

Domietta Torlasco è regista e studiosa di cinema; vive e lavora a Chicago dove è professore presso la Northwestern University. Ha pubblicato due libri sulla relazione tra il cinema e la filosofia, The Time of the Crime: Phenomenology, Psychoanalysis, Italian Film e The Heretical Archive: Digital Memory at the End of Film. I suoi saggi cinematografici inframmezzano materiali eterogenei – filmati originali e d’archivio, testi scritti, voci fuori campo – per esplorare la natura ibrida non solo del cinema ma anche della vita. I suoi lavori più recenti (Philosophy in the Kitchen, House Arrest, Sunken Gardens) sono stati proiettati alla Galerie Campagne Première di Berlino, al Walker Art Center di Minneapolis e al Museum of Contemporary Art di Los Angeles.

§Stefano “Urkuma” De Santis è incline a fare uso di qualsiasi cosa sia a portata di mano, tra cui laptop, piccoli dispositivi elettronici, clarinetto, effetti, strumenti vocali auto costruiti, nastri, feedback-box e tutto ciò che sia possibile abusare per produrre suono. “Urkuma” è un antico termine dialettale salentino, che sta ad indicare uno stato di non-equilibrio, una imminente caduta, uno scompenso psico-fisico: in poche parole, è sinonimo di instabilità. “Urkuma” come esatto contrario del concetto di nirvana buddista. Ha pubblicato per le etichette Mik_Musik (Polonia), Baskaru (Francia), Chmafu_Nocords (Austria), Neus318 (Giappone), Detterent (Canada), Grain Of Sound (Portogallo), Biodata Label (Venezuela). È autore di testi teatrali e di colonne sonore ed è attivo con performance e concerti dal vivo in tutta Europa.

«Parallax Dash indica l’accavallamento tra realtà e immaginazione e oggetti, che siano pietre, acqua, metallo o corpi, essi sembrano spostarsi rispetto al suo sfondo, che non è mai uguale, ma che diventa lo sdoppiamento dell’immagine, le tacche della pellicola, i contorni dei vari formati. Tutto questo diventa sfondo, trama, partitura musicale, sfida alla inevitabile parallasse che mischia tempo e luogo in un cronotopo inafferrabile». 

(Stefano “Urkuma” De Santis)

CHICAGO FILM ARCHIVES

Il Chicago Film Archives è un archivio filmico regionale dedicato alla conservazione, al restauro e alla valorizzazione del patrimonio audiovisivo degli Stati Uniti del Midwest. Gestisce collezioni filmiche provenienti da istituzioni e filmmaker regionali, nazionali e internazionali, e ha come obiettivo di rendere accessibile il patrimonio dell’archivio a una molteplicità di comunità culturali, accademiche e artistiche nazionali e internazionali per mostre, installazioni, ricerche e produzioni cinematografiche, e di arricchire il patrimonio culturale restaurando e preservando film rari o inesistenti altrove.

Il Chicago Film Archives è stato fondato nel 2003 per conservare, preservare e valorizzare la collezione filmica della Chicago Public Library, costituita da 4.500 film in 16mm, un patrimonio di cui la biblioteca non poteva più occuparsi. È da questo primo nucleo di film che il Chicago Film Archives ha cominciato a svilupparsi come archivio filmico regionale dedicato all’acquisizione, alla preservazione, allo studio e alla valorizzazione di film che riflettono la cultura del Midwest. Dal 2003 l’archivio ha acquisito oltre 120 collezioni filmiche, per una consistenza totale di 27.000 documenti tra film, video, materiali audio e cartacei – tutti donati da filmmaker, collezionisti e istituzioni del Midwest.